Oggi ho fatto la “Pinza”, dolce della tradizione Veneta, per il “PAN
e VIN “ (la “pinza” sta per il “PAN” ed il “vin brulè” per il “VIN”)!
Questa sera qui nella Marca
Trevigiana si accendono i falò del “Pan e Vin” ed è tradizione popolare che non
manchi questo dolce!
Il fuoco del “Pan e Vin” ha
un significato purificatore, cancella tutto il male dell’anno passato e le cose
vecchie, preparando così il posto al nuovo e alla rinascita.
I contadini sanno ben
riconoscere l’andamento stagionale e fanno presagi sul futuro dell’anno nuovo osservando
la direzione presa dalle faville e dal fumo, che spesso sono protagonisti delle
filastrocche.
“Se le faìve va al garbin
parécia el caro pa ‘ndare al mulin.
Se le faìve va a matina,
tol su el saco e va a farina.
Se le faìve va a sera,
la poenta impiega la caliera.”
parécia el caro pa ‘ndare al mulin.
Se le faìve va a matina,
tol su el saco e va a farina.
Se le faìve va a sera,
la poenta impiega la caliera.”
Secondo la tradizione popolare il vento che trasporta con sé
il fumo e le faville del falò indicherà come sarà il nuovo anno appena
iniziato. È conoscenza popolare che il “garbìn”, vento vorticoso con direzione
sud-est, annuncia la pioggia, essenziale per preparare i campi al prossimo
raccolto, mentre il vento “fùrlan”, da nord-est, porta tempo asciutto, il
terreno sarà quindi arido.
La “pinza” o “pinsa”, dolce ancestrale,
era il dolce per eccellenza del Natale, fatto col pane comune, ma arricchito
per propiziare abbondanza e prosperità. Tanto antica è la
“pinza” che il suo etimo è molto incerto, forse lo stesso di
pizza (latino pinsere, ”schiacciare, macinare”), trattandosi di un dolce
piuttosto basso.
Oggi, nell’era dei dolci industriali, in cui un po’ di saggezza contadina è
rimasta – e forse giocoforza tornerà – la “pinza” era anche un modo per
utilizzare avanzi di frutta secca, e prodotti tipici delle feste.
Essendo cucina popolare le varianti
sono molte.
Questa è mia versione di questo antico dolce popolare!
Ingredienti
(da Agricoltura Biologica):
le dosi
sono indicative, poco più o poco meno di
un ingrediente non fa la differenza; per la frutta secca usate quella che avete
a disposizione, io ne ho indicate alcune, ma vanno bene anche altre come
pinoli, prugne secche …
- 500 g circa di pane raffermo (anche di più tipi: bianco , integrale, alla zucca …)
- 500 ml di latte
- 500 ml di acqua
- 4-5 cucchiai di zucchero (io uso quello di canna chiaro)
- 100 g di uva secca
- 150 g di fichi secchi
- 100 g di gherigli di noci
- 50 g di nocciole (meglio se tostate)
- 50 g di mandorle (meglio se tostate)
- 100 g di cioccolato fondente
- 2 cucchiai di cacao amaro
- 2 mele
- La scorza di ½ limone non trattato
- La scorza di una arancia non trattata
- 1 cucchiaino di Zenzero in polvere
- 1 cucchiaino di Cannella in polvere
- ½ cucchiaino scarso di sale
- ½ bicchierino di grappa o di liquore all’anice
- Alcuni semi di anice stellato pestati al mortaio
Preparazione:
- Mettete in una pentola il latte, l’acqua e lo zucchero e scaldate il tutto.
- Tagliate il pane raffermo in piccoli pezzi, mettetelo in una ciotola capiente e bagnatelo con il latte e l’acqua caldi.
- Coprite con un canovaccio o con un piatto e lasciate riposare per qualche ora, finchè il pane avrà assorbito tutto il liquido; (questa operazione potete farla anche la sera prima per il giorno dopo).
Quando il pane sarà pronto:
- Accendete il forno, in modo da portarlo alla temperatura di 150-160°.
- Imburrate ed infarinate la teglia (preferibilmente rettangolare); per ridurre i tempi di cottura, io ne uso due di piccole.
Preparate gli altri ingredienti:
- mettete in ammollo l’uva secca in acqua tiepida;
- lavate, pelate e fate a pezzettini le mele;
- tagliate a pezzetti i fichi secchi, l’altra frutta secca ed il cioccolato fondente.
- Con l’aiuto di un frullatore ad immersione, frullate ed amalgamate bene il pane.
- Unite quindi al composto: il cacao, la frutta secca a pezzetti, l’uva secca risciacquata ed asciugata, il sale, gli aromi, le bucce del limone e dell’arancia grattugiate (non la parte bianca).
Unite anche le mele a pezzettini.
Ed il cioccolato a pezzettini.
Mescolate il composto ed amalgamate bene tutti
gli ingredienti.
Versate il composto nello stampo, precedentemente imburrato ed infarinato.
Infornate nel forno preriscaldato a 150-160°.
Cuocete la “pinza” per 1 ora circa,
anche di più se utilizza una unica teglia;
controllate di tanto in tanto.
Quando
l’impasto si sarà leggermente
staccato dai bordi della teglia ed avrà formato una sottile crosticina, la “pinza”
è cotta.
Sfornatela ed attendete qualche minuto prima
di toglierla dallo stampo.
Fatela raffreddare su una griglia.
Servitela con del buon “vin brulè” o con una
cioccolata calda e buona fortuna a tutti!
Antonella
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