Manca un mese al primo giorno di Primavera:
siamo ancora in Inverno!
In questi tempi, in cui tutti agiscono freneticamente, mi sembra che
si corra e si spinga tutto oltre natura; per raggiungere cosa mi chiedo?
A quale meta si vuole arrivare e a quale gara stiamo partecipando?
La natura ci insegna il tempo della cura, il tempo del riposo, il
tempo dell’attesa, e pure il tempo dell’ Inverno; e dopo la stagione dell’inverno arriva la
Primavera che esplode con tutta la sua forza e tutto rinasce.
Spesso sento affermazioni come: “questa primavera che stenta ad
arrivare” … “il tempo è ancora incerto” … Ma che ansia!
Siamo in inverno e
lasciamo che l’inverno faccia la sua parte!
Lasciamo che dentro e fuori di
noi le stagioni abbiano il loro tempo, il loro spazio!
Ho vissuto la mia infanzia a stretto contatto con la natura ed ho
imparato il ritmo delle stagioni, attraverso il mutare dei colori, il freddo ed
il caldo, la durata del giorno e della notte, i gesti rituali ed antichi della
cura della terra e delle piante, la fioritura ed i frutti spontanei della terra.
Ho sperimentato la fatica, l’attenzione alle piccole cose, l’accontentarsi di
cose semplici ed il gioirne assieme; ho imparato l’essenzialità e la semplicità
del vivere ed i sapori veri e puri del buon cibo.
Ho compreso che ogni stagione ha il suo perché!
Ricordo mio padre che, in autunno ed in inverno, con gesti sapienti potava le sue viti arrampicate sulle ripide colline di Santo Stefano di Valdobbiadene; con passione e pazienza curava una vite dopo l’altra, finchè i lunghi filari risultavano tutti belli ordinati, quasi a sembrare dei ricami su di una tela antica.
Anche mia madre lo aiutava, raccogliendo i tralci lasciati a terra; poi, al primo imbrunire, prima di rientrare in casa, si bruciavano con piccoli fuochi i tralci raccolti; dal cortile della mia casa, posta sopra una collina, potevo vedere tutti quei piccoli fuochi che, come riti ancestrali, bruciavano il vecchio per far spazio al nuovo che sarebbe arrivato!
In inverno anche i semi riposano sotto terra e, se arriva la neve, è molto utile perché li protegge dal gelo; quando poi la neve si scioglie, bagna il terreno in profondità dando vigore alle piantine che cresceranno in primavera.
“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto” ( Gv 12,20-33).
Ricordo mio padre che, in autunno ed in inverno, con gesti sapienti potava le sue viti arrampicate sulle ripide colline di Santo Stefano di Valdobbiadene; con passione e pazienza curava una vite dopo l’altra, finchè i lunghi filari risultavano tutti belli ordinati, quasi a sembrare dei ricami su di una tela antica.
Anche mia madre lo aiutava, raccogliendo i tralci lasciati a terra; poi, al primo imbrunire, prima di rientrare in casa, si bruciavano con piccoli fuochi i tralci raccolti; dal cortile della mia casa, posta sopra una collina, potevo vedere tutti quei piccoli fuochi che, come riti ancestrali, bruciavano il vecchio per far spazio al nuovo che sarebbe arrivato!
In inverno anche i semi riposano sotto terra e, se arriva la neve, è molto utile perché li protegge dal gelo; quando poi la neve si scioglie, bagna il terreno in profondità dando vigore alle piantine che cresceranno in primavera.
“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto” ( Gv 12,20-33).
Non è il solo insegnamento che Gesù trae dalla vita dei
contadini.
Il Vangelo è pieno di parabole, immagini e spunti tratti
dall’agricoltura che era a suo tempo (ed è ancora oggi per diversi popoli) la
professione che occupa il maggior numero di persone. Egli parla del seminatore,
del lavoro dei campi, della mietitura, di grano, vino, olio, del fico, della
vigna, della vendemmia… (cit.)
Credo che la ricchezza dello sperimentare la vita contadina sia
impagabile e che tutti dovrebbero poterla provare almeno una volta nella vita!
Avere cura della natura e dell’ambiente in cui viviamo vuol dire anche
conoscerne e rispettarne i ritmi ed allo stesso tempo curiamo anche noi stessi.
La stagionalità degli alimenti è un argomento troppo spesso
trascurato.
La natura va ascoltata, osservata e rispettata; forzare i tempi delle colture e consumare prodotti fuori stagione significa pagare un prezzo più elevato in cambio spesso di minor sapore e soprattutto di minori nutrienti.
La natura va ascoltata, osservata e rispettata; forzare i tempi delle colture e consumare prodotti fuori stagione significa pagare un prezzo più elevato in cambio spesso di minor sapore e soprattutto di minori nutrienti.
Ascoltiamo, dunque, il ritmo che ci viene suggerito dalla natura!
L’Inverno ha i suoi frutti con il massimo dei nutrienti per la
stagione fredda.
Buon fine Inverno!
Antonella
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